IN PREPARAZIONE
Ms. M.44
New York, The Morgan Library & Museum
Secolo XII
Tiratura limitata
- Formato 22 x 34 cm
- 36 pagine
- 30 miniature a piena pagina
- Carta pergamena trattata a mano
- Applicazione dell’oro in lamina
- Legatura in pelle con impressione a secco
- Cucitura a mano
- Incassatura su carta antica
Il manoscritto Vita Christi fu realizzato in Francia attorno al 1175, probabilmente nello scriptorium di Saint-Marzial di Limoges o in quello di Corbie. Quest’opera segna il passaggio dal linguaggio romanico, solenne e ieratico, alla nascente grazia del gotico.
Sedici fogli di pergamena racchiudono trenta miniature che narrano, con intensità teologica e lirica, l’intera vicenda di Cristo: dall’Annunciazione alla Pentecoste, in un continuum figurativo che fa della visione un atto di fede.
Appartenente al genere devozionale della Vita Christi, la raccolta non è semplice illustrazione del Vangelo, ma lectio spiritualis per immagini. Ogni scena è una soglia di contemplazione: la Natività rischiarata da bagliori d’oro, la Crocifissione pervasa da un pathos che umanizza il dolore, la Resurrezione che esplode in luce — simbolo del trionfo sulla morte.
L’intero ciclo può leggersi come una summa visiva della teologia mistica del XII secolo, in sintonia con il pensiero di Riccardo da San Vittore, il magnus contemplator celebrato da Dante nel Paradiso, per il quale la visione interiore conduceva dall’immagine sensibile alla verità divina.
La mano del miniatore fonde rigore e spiritualità: le figure, salde e frontali, si stagliano su fondi cromatici vibranti; i drappeggi, tracciati con sottile sicurezza lineare, anticipano la dolcezza gotica; l’oro non è ornamento, ma teofania. Così, il codice si fa specchio di una fede che pensa per simboli e di un’arte che diventa teologia del visibile.
Come osserva il commentario, il Ms. M.44 rappresenta “la più ampia sequenza puramente pittorica conosciuta nella miniatura romanica francese”, testimonianza di una stagione di intensa sperimentazione, in cui la pittura libraria divenne meditatio fidei.
Le miniature, destinate forse a un contesto monastico di alta cultura, incarnano la funzione didascalica dell’immagine sacra nel Medioevo. Esse non solo illustrano, ma interpretano: l’immagine non sostituisce la parola, la trasfigura, come intuiva Innocenzo III quando vedeva nella pittura “la memoria viva della Passione del Signore”.
La storia del manoscritto è degna della sua bellezza. Dopo secoli di silenzio, riemerse nell’Ottocento nella collezione di Henri Martin, per passare poi al conte Auguste de Bastard d’Estang, erudito e pioniere degli studi sulla miniatura medievale, che lo riprodusse nel monumentale Peinture et ornements des manuscrits classés par ordre chronologique. Da Ambroise Firmin-Didot, tipografo e bibliofilo, giunse infine nelle mani di J. Pierpont Morgan, che nel 1902 lo accolse tra i tesori fondativi della sua biblioteca newyorkese.
Oggi la Vita Christi della Morgan Library rimane una delle più alte espressioni della spiritualità figurata medievale. In essa la parola si fa immagine e l’immagine diventa meditazione: un itinerario dello sguardo che, come nel medioevo, conduce l’anima dal visibile all’invisibile, dal tempo umano all’eterno splendore del divino.