Evangeliario di Hitda

Codice Hs1640

Darmstadt, Universitäts- und Landesbibliothek

Secolo XI

Tiratura limitata

  • Formato cm 22 x 29,3
  • 219 carte
  • Applicazione dell’oro in lamina
  • Carta pergamena trattata a mano per il raggiungimento dello stato ottimale di invecchiamento
  • Legatura eseguita artigianalmente
  • Cucitura a mano
  • Incassatura su carta antica
  • Coperta in pelle con i quattro evangelisti su foglia d’oro applicata a mano e cornici in ottone

Tra i manufatti della tradizione libraria e miniaturistica del Rinascimento ottoniano, l’Hitda codex è da ritenersi un’opera particolarmente degna di nota per la qualità artistica e compositiva, come dimostrano sia la dedica, scritta a caratteri dorati su fondo rosso, sia la prima illustrazione a tutta pagina che l’accompagna.
Il manoscritto latino, redatto intorno all’anno Mille, è un sontuoso Evangeliario che la badessa Hitda consacra a santa Valpurga. Il prezioso manufatto è destinato al monastero femminile di Meschede dedicato proprio alla Santa, anch’essa monaca e badessa dell’VIII secolo. Il codice prende perciò il nome dalla donatrice, una donna dell’aristocrazia tedesca.

Riccamente decorato e dotato di un repertorio amplissimo di tavole miniate, tratte dai Vangeli, possiede un apparato iconografico come raramente se ne sono conservati, di quel tempo felicissimo per l’arte della miniatura.
Sessantacinque pagine decorate, in cui le tavole con le figure narrative e simboliche sono presentate su ventiquattro pagine completamente illustrate con un uso sfarzoso della foglia oro. Ogni scena è circondata da una cornice variopinta ed elaborata. A queste tavole si aggiunge l’ornato squisito scandito nelle altre pagine: le iscrizioni auree su fondo porpora, un capolettera di finissima sofisticazione, dodici aerei tempietti in cui si custodiscono i dieci canoni eusebiani che mostrano le peculiarità dei quattro vangeli.
La freschezza della pittura imprime un sigillo espressionista a raffigurazioni che conservano la loro potenza simbolica, dedotta dal discorso per immagini dell’iconografia bizantina e carolingia: un vero e proprio linguaggio per figure che accompagna i misteri sacramentali della vita liturgica.
Nelle scelte formali, spesso assai originali delle miniature traspare un eclettico recupero di una sensibilità classica che ritroviamo in diversi manoscritti d’Oriente e d’Occidente dei secoli precedenti e che s’infonde nuova su quest’era di straordinarie e sperimentali produzioni librarie. Un esempio mirabile di questa preziosa sintesi culturale è dato infine dall’immagine della Tempesta sul mare di Tiberiade, divenuta celeberrima tra le illustrazioni medievali del soggetto.