Épître d’Othéa

Lo specchio del Principe

Ms. 2361

Norimberga, Biblioteca dell’Università di Erlangen

Secolo XV

Tiratura limitata

  • Formato cm 20 x 29,3
  • 126 carte
  • Stampa fine art
  • Carta pergamena trattata a mano per il raggiungimento dello stato ottimale di invecchiamento
  • Legatura eseguita artigianalmente
  • Cucitura a mano
  • Incassatura su carta antica
  • Coperta in velluto con ricamo in filo d’argento

Scritta da Christine de Pizan intorno al 1400, il fascino di questo manoscritto è dovuto in particolare ai suoi cento dipinti.

Christine de Pizan ha segnato la storia della letteratura, è stata una delle prime e delle poche autrici medievali a riscuotere un successo enorme. I suoi testi sono stati copiati per diventare prestigiosi manoscritti offerti ai nobili del suo tempo, tra cui Filippo III di Borgogna, duca di Borgogna e anche sovrano delle nostre regioni.

Christine nasce intorno al 1364 a Venezia. In gioventù, si trasferisce a Parigi con la sua famiglia, suo padre, medico, è chiamato alla corte del re di Francia. Sposata a 15 anni, la sua vita dipendeva dagli uomini che la circondavano, anche se all’epoca erano piuttosto progressisti. Suo padre le fornisce un’istruzione alfabetizzata e suo marito provvede ai bisogni finanziari della famiglia, ma entrambi muoiono rapidamente.
Christine diventa vedova a 25 anni e deve prendersi cura dei suoi figli e di sua madre. Rifiuta di risposarsi o di entrare in convento, così per guadagnars i da vivere decide di usare la sua penna. Scrive poesie cortesi che hanno un grande successo, lette anche all’interno della famiglia reale. A poco a poco, diventa un’autrice importante e includerà nei suoi testi opinioni più critiche.

La prima opera in prosa di Christine de Pizan in forma epistolare. Othéa, dea fittizia della saggezza e della prudenza, si rivolge al principe Ettore di Troia, eroe dell’Iliade, di 15 anni. L’opera allegorica mira ad insegnare ad ogni buon cavaliere il buon governo nonché i doveri morali e spirituali da rispettare nell’ambito della sua funzione.
Commissionato, nel 1460 circa, alla corte borgognona probabilmente dal duca Carlo il Temerario o da sua madre, Isabella del Portogallo.

Il manoscritto su 126 fogli di pergamena comprende 103 miniature eseguite a grisaglia in formato orizzontale, incorniciate da una cornice in foglia d’oro. Le miniature sono state realizzate dal famoso miniatore olandese Willem Vrelant e dalla sua bottega. Nel corso del XIX secolo il manoscritto, rimasto di proprietà dei margravi di Bayreuth, entrò in una collezione privata fino a quando, nel 1932, fu acquisito dalla Biblioteca Universitaria di Erlangen, a Norimberga.