Salterio di Egberto

IN PREPARAZIONE

Cod. CXXXVI

Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale

Secolo X – XI

Tiratura limitata

  • Formato 23,8 × 18,8 cm
  • 231 fogli
  • Applicazione dell’oro in lamina
  • Carta pergamena trattata a mano
  • Cucitura artigianale su corde

Realizzato presso l’abbazia di Reichenau e arricchito successivamente nella Rus’ di Kiev, il Salterio di Egberto – noto anche come Codex Gertrudianus – è uno dei più straordinari manoscritti ottoniani giunti fino a noi. Scritto in latino su pergamena, conta 231 fogli (mm 238 × 188) e rappresenta un caposaldo della produzione libraria di Reichenau.

In origine fu offerto dal monaco Ruodprecht all’arcivescovo Egberto di Treviri (977-993), come attestano i versi e la scena di dedica. Nell’XI secolo passò alla principessa Gertrude di Polonia, moglie di Iziaslav I, gran principe di Kiev, e madre di Jaropolk. Da Kiev giunse poi nel monastero di Zwiefalten, quindi nella famiglia Andechs-Merania, e infine al patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs (1218-1251), che lo donò al capitolo di Cividale, dove è documentato già nel 1350.

Le miniature aggiunte nella Rus’ di Kiev tra il 1078 e il 1086 – tra cui San Pietro con la principessa Gertrude e il principe Jaropolk, la Natività, la Crocifissione, la Maiestas Domini e la Vergine in trono – rappresentano le più antiche testimonianze della miniatura russa, espressione dell’incontro tra Occidente ottoniano e Oriente bizantino.

Oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, il Salterio di Egberto è un capolavoro assoluto della miniatura medievale, testimonianza del dialogo artistico e spirituale tra le grandi culture dell’Europa cristiana.